martedì 25 settembre 2007

goccedisally: poutpourrì 'o mastella


Riprenderò i miei ritmi, non temere. Ci riuscirò, prima o poi a ritornare assidua...
ma intanto,e per adesso
la frase che mi intriga di più è:
è stata una fatalità
la fatalità è sempre questione di un attimo.
la fatalità è una distrazione.
una distrazione, può costare la vita.
un attimo di distrazione... e nasce una vita.
solo una distrazione, e qualcosa per cui si è lavorato anni va in fumo.
la fatalità non si fa calcolare.
quell’attimo di distrazione le fu fatale...ecco...
questa è una frase che può mandare chiunque in bestia, anche un giocatore d'azzardo.

Ormai tutti i fisici e gli studiosi sono d’accordo che è meglio tirare che spingere, e come dicono dalle mie parti:
poti cchiù nu pilu di fimmina a'la 'nchianata
chi nu tiru di tori a'la calata


Ero così stanca che ho sognato...
Sulle mani odore di sapone di autogrill.
La cintura di sicurezza s’era incastrata nella saracinesca del garage. Naturalmente me ne accorgevo solo dopo 7 o 800 metri, avevo già svoltato a due incroci e passato un semaforo. Mi è toccato tornare indietro a retromarcia per sbrogliare la situazione e rimettere tutto al suo posto, cinture, saracinesca, incroci.
Mi sono immedesimata molto negli ingegneri che hanno stabilito a un certo punto che il motore era meglio tenerlo davanti e mettere dietro valige, pacchi e bambini.
Ma le distrazioni non finiscono qui.
Il balcone della cucina era più lungo del solito ed aveva qualcosa in comune con la mia dirimpettaia, un’imposta di troppo, che permetteva alla dirimpettaia di prima di invadermi con i suoi vasi, i suoi fiori, i suoi panni stesi. Nel sogno, si sa le soluzioni di continuità sono insignificanti e i salti temporali sono spaziali. Oppure è la memoria al mattino ad essere lacunosa. Fatto sta che la bambina della vicina entra nel cortile tutta addobbata da prima comunione, ci deve essere una festa in casa ed io entro per la finestra e attraverso corridoi multipli di una casa riccamente e orribilmente arredata. Maldestramente un vaso piomba sul muso del cane della vicina, che stramazza. Il cane, non la vicina.

Mastella ci è rimasto male e vorrebbe richiamare le leggi antiraziali perché qualcuno ha osato scrivere sul proprio blog Mastella ti odio. Mastella io non ti odio, ma francamente se ti avessi a tiro non potrei fare altro che sputarti in faccia, per quello che hai osato dire alla moglie di davide cervia quando facevi appena il sottosegretario, ripetendolo impunemente ai microfoni delle tv. Mastella, sei un inetto, non ti odio ma spesso mi chiedo guardandoti: se io non mi sento rappresentata da te, perché devi essere anche il mio ministro di grazia e giustizia?